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Job con le minoranze ma il "voto doppio" di Masè boccia il ddl di Rossi sulla valutazione di impatto generazionale delle leggi: "Assenza degli assessori imbarazzante"

In prima commissione Ivano Job si è schierato con le minoranze, ma il ddl sulla valutazione di impatto generazionale proposto da Rossi è stato respinto per il voto doppio della presidente Masè

Di Luca Andreazza - 05 giugno 2023 - 17:18

TRENTO. E' stato bocciato il disegno di legge di Ugo Rossi sulla valutazione di impatto generazionale sui provvedimenti più importanti approvati dalla Provincia. Nonostante l'appoggio alle minoranze di Ivano Job, pesa il "voto doppio" di Vanessa Masè in qualità di presidente della prima commissione.

 

In Prima commissione, presieduta da Vanessa Masè (La Civica), è stato, infatti, respinto con 4 "No" (ma il voto della presidente vale doppio) e 4 "Sì" il provvedimento che ha l’obiettivo di introdurre, nella legge sulla programmazione, la valutazione di impatto generazionale.

 

L'introduzione di questo meccanismo porterebbe ogni legge a essere accompagnata da una riflessione approfondita dal punto di vista tecnico-scientifico sugli impatti di una norma. Una proposta lanciata nel 2021 e arrivata solo in queste ore in discussione (Qui articolo). L'ex presidente Rossi ha lamentato l’assenza di esponenti della Giunta (che non ha espresso il parere sul ddl) e ha ricordato che sarebbe importante dotarsi di strumenti per provare a fare valutazioni sugli effetti delle leggi sulle nuove generazioni. 

 

"Un materia innovativa che anche a livello statale è ancora regolata da linee guida, e sulla quale l’autonomia potrebbe porsi all’avanguardia", spiega Rossi. "Una norma che interesserebbe certo più dei due, tre giovani che beneficerebbero della legge sulle nomine proposta dalla maggioranza. Non è una proposta 'manifesto" in quanto è frutto della mia esperienza di governo".

 

Comunque, Rossi ha sottolineato il fatto che "l’atteggiamento della Giunta è irrispettoso e fa male perché dimostra che le istituzioni sono sottoposte a una grave deriva. Il ddl non è ideologico ma al contrario molto tecnico e riguarda un tema centrale: quello dell’impatto delle norme su chi verrà dopo di noi. L’assenza della Giunta, che sfugge sui temi, è una costante rispetto ai suoi ddl, come nel caso della proposta sul lavoro femminile".

 

La consigliera della Lega, Mara Dalzocchio, annunciando il suo "No", ha affermato che il ddl andrebbe posto in un quadro molto più ampio, perché c’è il rischio che possa andare a condizionare altre scelte mentre Paolo Zanella (Futura)  ha affermato che ci si trova come al solito di fronte a un problema di metodo: "La Giunta dimentica che i consiglieri rappresentano i cittadini e quindi che il confronto è dovuto. Atteggiamenti gravi, al punto che, in questo come in altri casi, non c’è neppure il diritto di conoscere la valutazione della Giunta".

 

L'esponente di Futura ha lamentato la mancanza di risposte da parte degli assessori. "Un fatto inaudito e offensivo nei confronti degli eletti". Nel merito del ddl, Zanella ha affermato che le leggi hanno un impatto sui giovani che deve essere valutato anche per spendere bene i soldi pubblici.

 

Invece Giorgio Tonini (Partito Democratico) ha ricordato le ricerche del professor Brambilla, di area Lega e ex sottosegretario con Berlusconi, che dimostrano che "due terzi del debito pubblico italiano sono il frutto amaro di norme previdenziali irragionevoli. Se non avessimo mandato in pensione i quarantenni, oggi avremmo il debito pubblico della Germania".

 

Leggi che sono state fatte, secondo Tonini, nel rispetto dell’articolo 81 della Costituzione, in virtù di meccanismi come l’obbligo di copertura nell’anno solare successivo. "Ma queste norme, come dimostra la realtà, hanno impatti sul medio lungo periodo. Non a caso - prosegue il consigliere provinciale del Pd - il ministro trentino Beniamino Andreatta impose per le leggi di spesa proiezioni sulle loro ricadute addirittura sull’arco di 50 anni. Quindi la proposta di Rossi è sacrosanta. Ma su questo piazza Dante sembra non sentirci, visto che per tutta la legislatura, l’opposizione ha cercato di far capire alla Giunta che non si può guardare solo al mattino dopo. E’ come guidare a fari spenti nella notte, invece i fari andrebbero ben accessi, compresi gli abbaglianti che non a caso si chiamano di profondità. Guidare a fari spenti non è consigliabile soprattutto quando si ha la responsabilità di una comunità". Il dem ha poi lamentato l’assenza della Giunta: "Assenza che è diventata una regola anche perché il governo provinciale non ha progettualità e governa in base all’agenda dettata dai mass media e dalla quotidianità".

 

Anche Job si è espresso a favore del ddl di Rossi e ha detto che è "imbarazzante l’assenza degli assessori" e ha dichiarato il suo sì proprio per dare alla Giunta la possibilità di dichiarare la sua posizione sul disegno di legge. Infine ha sottolineato che in commissione non possono esserci ddl di seria A e di serie B. Il tema è importante e "il provvedimento ha dato l’occasione di fare una valutazione complessiva e ma va posto in una prospettiva più ampia e affrontato a inizio legislatura", da qui il "No" con un voto che vale doppio e la bocciatura in prima commissione. 

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