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Olimpiadi delle Dolomiti 2026, dossier depositato, ora tutto in mano al Coni. Milano avanti, Cortina e Torino inseguono
La scelta del Coni è fissata per il 10 luglio, ma la decisione potrebbe slittare in assenza di accordo. Si temono ingerenze politiche. Investimenti tra le Dolomiti quantificati in 380 milioni di euro, il 70% delle strutture già presenti nelle diverse sedi di gara: Cortina, Val di Fiemme, Pinè, Bolzano, Merano e Anterselva

TRENTO. Il primo traguardo è stato raggiunto: Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, nei giorni scorsi ha depositato in Coni il dossier per le Olimpiadi delle Dolomiti 2026. Prima di tutti, prima di Milano e Torino.
Ora sono iniziate le schermaglie, soprattutto politiche, per aggiudicarsi il ticket finale e provare a sfidare l'altra candidatura forte, quella svedese.
Filtra ottimismo a Cortina per riportare dopo 70 anni i giochi invernali tra le Dolomiti, una suggestiva ricorrenza della prima kermesse a cinque cerchi organizzata sul suolo italiano. E mentre il presidente Veneto propone la cerimonia inaugurale all'Arena di Verona e spiega che le Olimpiadi devono tornare in montagna, ma quello che appare è Milano in pole position. Staccata Torino.
Centro contro periferia, due città metropolitane da una parte contro il Patrimonio Unesco dall'altra. La deadline è fissata per il 10 luglio, data e decisione che potrebbero slittare se non si trova un accordo di mutuo appoggio tra vincitore e sconfitti. Ma intanto arrivano i primi appoggi a livello territoriale, come quello di tutte le Confinustria.
"La scelta di individuare non un'area metropolitana bensì un territorio montano - spiegano - storicamente votato al turismo e agli sport invernali, è un messaggio politico forte di attenzione verso le 'Terre Alte', che vanno riportate al centro delle politiche di sviluppo dell'Italia e dell'Europa. Importante, poi, la scelta strategica di puntare sulla sostenibilità economica, ambientale e sociale per dimostrare come sia concretamente possibile conciliare standard organizzativi elevati con la delicata unicità di un territorio appartenente alla lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco".
"L’assegnazione dei Giochi Olimpici a Cortina sarebbe volano non solo per le Dolomiti, ma per l'intera area alpina - aggiungono le Confinsutria - sia nel turismo che nel manifatturiero, comparto che ancora riveste un ruolo fondamentale per la crescita economica e sociale di questi territori - in coerenza con le politiche europee di sviluppo e recupero economico e sociale del territorio montano".
Un filo conduttore tra tutte le proposte pervenute in Coni è quello della sostenibilità ambientale e economica: l'investimento tra le Dolomiti si dovrebbe aggirare intorno ai 380 milioni di euro in infrastrutture, riqualificazione e adeguamento, nessuna nuova struttura ad hoc e solo qualche intervento temporaneo.
Si parte dal 70%, cioè gli impianti già esistenti, il resto necessita di un ammodernamento. Altrimenti qualche nuova struttura secondo criteri di sostenibilità e futuro riutilizzo. Il villaggio olimpico e il centro stampa sarebbero realizzati con strutture temporanee.
Investimenti di circa 1/5 di quanto speso per Torino 2006 e spese operative finanziate da ricavi privati tra contributi Cio, sponsorizzazione, merchandising e ticketing.
Cifre contenute, ma qualche dubbio resta: se si legge lo studio di Innsbruck (candidatura poi cassata dal referendum popolare), realtà simile a quella di Trento, Bolzano e Belluno per impianti e morfologia, si parla di un investimento di almeno 1 miliardo e 300 mila euro. Anche se questo non cancella una grande opportunità dal punto di vista sportivo, ma anche di marketing, visibilità, posizionamento sui mercati e immagine.
Un altro nodo potrebbe essere quello del villaggio olimpico, che diventerebbe diffuso: il regolamento Cio prevede alloggi nelle vicinanze dei diversi campi gara sparsi tra Veneto, Trentino e Alto Adige.
Il dossier delle Dolomiti mette sul piatto il comprensorio sciistico più grande, 1.400 chilometri piste e tutte le strutture già quasi pronte. Un piano che punta a consolidare il posizionamento della macro-area come hub europeo degli sport invernali.
Le Olimpiadi sarebbero un modo per rafforzare l'immagine delle Dolomiti nel mondo e per promuovere una sempre più marcata integrazione tra diversi prodotti turistici dell'area e consentire alla macro-regione di posizionarsi stabilmente come territorio leader per presenze turistiche europee.
Un piano che punta così a irrobustire l'unione dei territori dolomitici anche in termini di migliori connessioni di trasporto tra le diverse vallate olimpiche: oltre al baricentro Cortina, le altre location, come anticipato, sono la Val di Fiemme e Pinè in Trentino, Bolzano, Anterselva e Merano per l'Alto Adige (Qui articolo).
Un'Olimpiade che deve prevedere interventi sul piano della mobilità, il raggio degli spostamenti sono ridotti e limitati, ma qualche intervento si rende necessario.
Non possono essere Giochi di successo senza una ricaduta duratura sul territorio, il concetto di legacy: nel momento della costituzione del comitato organizzatore cominceranno le interlocuzioni con le Federazioni nazionali e internazionali di ulteriori grandi eventi per far crescere nuove generazioni di atleti.
Il dossier prevede inoltre interventi in grado creare importanti ricadute sui servizi per i cittadini che saranno attivati in via sperimentale durante i Giochi per poi essere confermati successivamente: mobilità sostenibile per connettere i territori attualmente non facilmente raggiungibili, copertura del territorio con banda ultra-larga, attivazione e potenziamento di servizi in remoto a supporto della popolazione, rafforzamento del patrimonio pubblico sportivo, servizi innovativi per i turisti.
Il dossier c'è, gli sci passano a Giovanni Malagò, chiamato a fare sintesi e mettere tutti d'accordo, probabilmente politica compresa.