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Con lo sfratto rischiano di essere separati dai figli: “Abbiamo paura”. Malore durante il picchetto per non perdere la casa: “Questa è violenza”

Durante un picchetto anti-sfratto il pensionato di 66 anni che rischia di perdere la casa Itea si è sentito male ed è stato ricoverato in ospedale per un malore. Gli attivisti: “Queste sono le conseguenze dell’atteggiamento disumano che viene riservato ad alcuni cittadini”. Nel frattempo un’altra famiglia teme di subire la stessa sorte: “Non vogliamo essere separati, abbiamo quattro figli fra cui due minorenni”

Di Tiziano Grottolo - 18 marzo 2023 - 05:01

TRENTO. “Si chiede di valutare l’opportunità che il giorno dell’esecuzione forzosa (dello sfratto ndr) siano presenti sul posto i servizi sociali per farsi carico della situazione qualora la famiglia non si sia attivata per garantire ai propri figli minori una soluzione alternativa adeguata”. È una lettera dai toni minacciosi quella che Itea ha inviato (tramite raccomandata) a una famiglia di Trento che il prossimo 14 aprile dovrà lasciare l’alloggio che gli era stato assegnato in via emergenziale.

 

Questa particolare vicenda era stata portata alla luce dal consigliere provinciale di Onda, Filippo Degasperi, che aveva anche depositato un’interrogazione aprendo il dibattito in aula. La famiglia è quella di Gaetano che da alcuni anni vive assieme alla compagna e a quattro figli (fra cui due minori), in appartamento Itea di emergenza. Si tratta di alloggi che vengono assegnati alle persone che si trovano in una condizione di vulnerabilità, una soluzione concessa in via temporanea ma che a causa della mancanza di alternative viene spesso prorogata (per un massimo di tre anni). Dopodiché scatta lo sfratto.

 

Non vogliamo essere separati dai nostri figli – afferma Gaetano – ma come possono chiederci se abbiamo trovato delle soluzioni alternative? Se le avessimo ce ne saremmo già andati. Per trovare un appartamento in affitto come minimo viene richiesto un contratto a tempo indeterminato, cosa che né io né la mia compagna abbiamo”. Come molte altre famiglie anche quella di Gaetano (che comunque ha sempre pagato il dovuto) è in attesa di una casa Itea ma la graduatoria praticamente non scorre e vengono assegnati pochissimi alloggi.


Inoltre la paura di essere separati dai propri famigliari è tutt’altro che immaginaria. Da tempo gli attivisti dello “Sportello una casa per tutti” e del Centro sociale Bruno denunciano queste prassi. La conferma poi, arriva direttamente dall’assessora Giulia Zanotelli che, rispondendo a un’interrogazione di Lucia Coppola di Europa Verde, ammette di essere a conoscenza di situazioni in cui le famiglie sono state separate. Il sospetto degli attivisti è che i nuclei famigliari in questa situazione siano molti di più.

 

“Il Comune di Trento – riporta Zanotelli – ha dichiarato di aver seguito nell’ultimo anno e mezzo una famiglia che dopo una procedura di sfratto ha subito una separazione. Il Comune ha riferito di aver comunque garantito una adeguata sistemazione a madre e figli”. In genere infatti sono i padri che non trovano ospitalità nelle strutture messe a disposizione per donne e bambini, così sono costretti a vivere in ripari di fortuna. Altri tre casi invece fanno riferimento alla comunità dell’Alto Garda: “Tre nuclei familiari – certifica l’assessora – si sono dovuti separare a causa dello sfratto, due di questi vivono ancora separati mentre del terzo non si hanno notizie”.

 

Nelle scorse ore gli attivisti dello “Sportello una casa per tutti” sono riusciti a far rimandare lo sfratto di Luciano, un pensionato 67enne che rischia di essere buttato fuori dal suo appartamento Itea per aver sforato di poco alcuni parametri legati al reddito. Durante il picchetto però non sono mancati i momenti di tensione. Alla vista dei funzionari che sono arrivati per farsi riconsegnare le chiavi il pensionato si è agitato a tal punto che è stato colto da un malore. Sul posto sono accorsi i sanitari con l’ambulanza che hanno trasferito il 67enne in ospedale per accertamenti. “Queste – denunciano gli attivisti – sono le conseguenze dell’atteggiamento disumano che viene riservato ad alcuni cittadini. Ricordiamo per l’ennesima volta che gli sfratti senza alternative dignitose sono violenza e oggi lo abbiamo visto in pieno”.

 

Anche alcuni partiti di opposizione hanno preso parte al picchetto, fra questi c’erano Futura, Europa Verde, Onda e Sinistra italiana. “Eravamo presenti – sottolinea Paolo Zanella di Futura – per sostenere l’inquilino e chi si sta spendendo da molto tempo affinché le persone in difficoltà non vengano messe alla porta da Itea. Lo sfratto è stato nuovamente posticipato e noi saremo ancora presenti per ribadire che nessuno deve essere cacciato di casa perché qualcun altro deve ‘eseguire un ordine’”.

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