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Vaccini, Trento e Bolzano inseguono e sono molto indietro su morbillo e meningococco. Via libera del Governo all'obbligatorietà a partire dai nidi e dalle materne
La nostra regione è sotto il livello previsto dal ministero della salute (una copertura del 95% per i bambini con meno di due anni) per tutti i vaccini. I migliori dati si registrano per la polio e il tetano dove si arriva al 94,1% di copertura ad Albiano, Amblar Don, Cembra Lisignano, Malosco, Mezzocorona, Molveno, Nave San Rocco, Predaia, Revò e Ronzone

TRENTO. Siamo in piena "zona rossa" e Bolzano ancora di più. Cosa vuol dire? Che per quanto riguarda le vaccinazioni siamo sotto il tetto, fissato dal ministero della Salute, di copertura del 95% dei bambini con meno di 24 mesi. Il Trentino è sotto soglia in ogni comune e per ogni vaccino. Il massimo di copertura che si riesce a raggiungere è sui vaccini contro la polio e il tetano dove si arriva al 94,1% di copertura ad Albiano, Amblar Don, Cembra Lisignano, Malosco, Mezzocorona, Molveno, Nave San Rocco, Predaia, Revò e Ronzone. I dati (riferiti al 2015) li abbiamo ripresi dall'inchiesta "Vaccini d'Italia" pubblicata da Wired (che ci ha dato il via libera all'utilizzo).
E d'altronde il tema è di quelli di strettissima attualità. Ieri, infatti, è stato approvato il decreto sull'obbligo dei vaccini sin da asilo nido e scuole materne. E' stato previsto che i vaccini obbligatori passino da 4 a 12 e che ai genitori che si rifiutino di vaccinare i loro bimbi siano applicate sanzioni pecuniarie molto salate, di diverse migliaia di euro, anche 30 volte superiori a quelle già esistenti (e si pensi che quelle vecchie, praticamente mai applicate, erano di 150 euro per la polio e 250 euro per l'epatite).
Il decreto prevede, inoltre, che ci sia l'obbligo di presentare il libretto vaccinale per tutto il percorso scolastico dei giovani da 0 a 16 anni e se questo non sarà in regola con le vaccinazioni o mostrerà che si è ancora "in lista di attesa", la scuola dovrà riferirlo all’Asl, che a sua volta chiamerà le famiglie, dandogli dei termini per vaccinare. Se questo, ancora, non avverrà, scatterà una sanzione molto elevata che ogni anno si ripeterà se ogni anno non si rimarrà non in regola.
Regole stringenti divenute necessarie in tutto il Paese dopo che, negli ultimi tempi, sono montate sempre di più le campagne anti vaccino, di fatto esponendo a pericoli fino a qualche anno fa dimenticati, le nuove generazioni. Già perché il paradosso è che spesso sono proprio i padri e le madri, che in passato sono stati vaccinati e quindi sono potenzialmente al sicuro, a decidere che i loro figli non dovranno "godere" dello stesso diritto. Ed è così che nel nostro Paese, un Paese occidentale, nel 2017, si torna a parlare di meningite, di tetano, di epatite C e B, di morbillo. Quest'ultimo, in particolare, sta vivendo una fase di recrudescenza visto che solo in questi primi mesi dell'anno si sono contati 2.400 casi di contagio in Italia contro gli 844 di tutto il 2016.
E proprio i vaccini contro il morbillo e contro il meningococco sono tra quelli più sottovalutati in Trentino se è vero che in moltissimi contesti (dall'Altopiano della Vigolana a Caldonazzo, da Borgo Valsugana a Baselga di Piné) i bambini vaccinati per morbillo parotite e rosolia sono poco più dell'82% mentre quelli per il meningococco dell'80%. E il picco minimo di copertura si registra proprio per il meningococco a Cimone, Garniga Terme e Trento con copertura sotto l'80% (79,8%).
E le cose vanno decisamente peggio a Bolzano dove i dati, soprattutto sul meningococco e sul morbillo sono in molti comuni ben al di sotto di quota 80%. Addirittura la diffusione del vaccino per il morbillo, parotite e rosolia a Barbiano, nel distretto di Bressanone, è sotto quota 70% (67,20). Questo vuol dire che 3 bambini su 10 non sono protetti. E addirittura per il meningococco questo dato scende sotto il 60% (58,4%) sempre a Barbiano e anche al Brennero mentre a Cestelbello, nel distretto di Merano, arriva al 48,20%. A un passo dal peggior dato italiano registrato in Molise, nel distretto di Agnone (Isernia) dove per morbillo, parotite e rosolia sono vaccinati il 46,15% dei bambini sotto i 24 mesi. Ma sono molti i Comuni altoatesini ben al di sotto addirittura della soglia del 60%, quando, lo ricordiamo, il dato obiettivo del ministero della Salute sarebbe una copertura del 95%.
Eppure sarebbe previsto che i primi vaccini (quelli esavalente e contro lo pneumococco) vengano fatti a 3 mesi di vita del bambino. A 13 mesi è il momento di quello contro la meningite di tipo C e a 15 di quello per morbillo, parotite e rosolia. Adesso i vaccini obbligatori diventano 12 e saranno quelli contro la poliomielite, l'epatite virale B, le infezioni da Haemophilus influenzale B, la pertosse e la difterite (che per i bimbi piccoli vengono coperti dal vaccino esavalente). Poi abbiamo l'antitetanica, l'anti morbillo, l'antiparotite, l'antirosolia, l'antimeningococcico (meningococco C) e antimeningococcica (meningococco B), antivaricella.
"Il governo uniforma la disciplina nazionale sui vaccini, con l'obbligo fino ai 16 anni per l'iscrizione a scuola - ha commentato l'assessore alla sanità Luca Zeni su Facebook -. La diffusione delle pseudo teorie anti scientifiche ha portato a un abbassamento della percentuale di persone vaccinate e quindi il venir meno dell'"effetto gregge" che permette l'eliminazione della malattia. E così a rimetterci sono le persone più deboli, in particolare i bambini che non possono vaccinarsi. Molto positivo questo provvedimento a tutela della salute di tutti, specie dei più deboli".