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Gli “sciatori in erba” scrivono al Comune per salvare la stagione invernale sul Nevegal. La scuola di sci: “E' l'ultima speranza”
Di fronte alla sempre più concreta possibilità di non veder aperte le piste del Nevegal nella stagione invernale che sta per cominciare, continuano le iniziative degli operatori. Da ultima la scuola di sci ha invitato bambini e ragazzi a scrivere una lettera per sensibilizzare Comune di Belluno e opinione pubblica. "E' l'ultima speranza, forse"

BELLUNO. Di fronte alla chiusura ormai sempre più concreta degli impianti nella prossima stagione invernale sul Nevegal, il colle di Belluno, gli operatori turistici tentano tutte le vie possibili per scongiurare l'inevitabile. Da ultima la scuola di sci Nevegal ha lanciato una campagna per sensibilizzare Comune e opinione pubblica sull'importanza che questa montagna ricopre per tutti coloro che lì hanno imparato a tenersi in piedi sugli sci (e per chi ci lavora, chiaramente).
Tanti i bambini, infatti, non solo bellunesi, che sul Nevegal hanno imparato a sciare. Se dunque nei giorni scorsi la principale voce di protesta di fronte alle difficoltà del Comune di ottenere la concessione sugli impianti era stata quella degli operatori economici e dell'associazione Vivaio Dolomiti – associazione nata con lo scopo di sviluppare il territorio bellunese – questa volta la “palla” è passata ai più piccoli.

L'iniziativa, lanciata dalla Scuola di sci Nevegal, consiste nel “far scrivere a ciascun bambino/a, ragazzo/a” una letterina “in cui venga espresso il proprio rammarico e la propria delusione per non poter più sciare sul colle”. È “l'ultima speranza”, aggiungono, aggiungendo un “forse” che lascia piuttosto chiaro come le possibilità di vedere aperti gli impianti questo inverno siano ridotte al lumicino.
Nonostante l'appoggio della Regione, che con un ordine del giorno a maggio aveva garantito il proprio sostegno a Comune e Provincia di Belluno qualora avesse deciso di riacquistare gli impianti, nei giorni scorsi dal sindaco Jacopo Massaro erano arrivate parole che lasciavano sperare ben poco in vista di questa stagione invernale. Il passaggio delle piste dalla società in liquidazione all'amministrazione pubblica, infatti, non era stato ancora concordato. "Se ne riparlerà a mazro", aveva commentato.
In termini pratici, la mancata riapertura degli impianti questo inverno lascerebbe a casa circa 150 persone appartenenti al settore turistico, oltre a una trentina di maestri di sci. Le associazioni di settore, da parte loro, calcolano che per le casse comunali la chiusura potrebbe costare dai 10 ai 15 milioni di euro.