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Tragedia sulla Marmolada, il soccorso alpino chiede rispetto: “Le sentenze sui social e i giudizi da tastiera fanno male alle famiglie”
Troppe polemiche dopo la tragedia della Marmolada, l’appello del soccorso alpino: “Cerchiamo tutti di imparare da questo grande dolore e dalla sofferenza della montagna. In silenzio”

TRENTO. “Rispetto”, è questo che il soccorso alpino del Veneto chiede per i parenti delle vittime della tragedia sulla Marmolada. In queste ore infatti sui social si stanno moltiplicando i commenti sprezzanti di chi ritiene che la tragedia si sarebbe potuta evitare o che gli alpinisti non avrebbero dovuto trovarsi lì. Nel marasma dei social c’è chi addirittura abbozza teorie del complotto. Delle bufale che però grazie alla rete stanno ottenendo qualche seguito.
“Ci sono feriti, vittime, dispersi – spiegano i soccorritori – ma soprattutto ci sono figli, genitori, parenti, amici. Le sentenze sui social, le sparate dei saggi di turno, i giudizi da tastiera, le critiche gratuite, la vita sbandierata, i dettagli macabri, a loro fanno male, senza motivo e senza alcuna utilità”. Da qui l’appello del soccorso alpino: “Cerchiamo invece tutti di imparare da questo grande dolore e dalla sofferenza della montagna. In silenzio”.
In certi casi, va detto, sono stati i parenti delle stesse vittime a sostenere che gli alpinisti avrebbero dovuto essere fermati. Qualcuno ha affermato anche che non si stava facendo abbastanza ma i soccorritori non hanno mai mollato, proseguendo gli sforzi per individuare i corpi dei disperi. Al momento mancherebbero all’appello solo due alpinisti coinvolti nella tragedia.
Guido Trevisan, gestore per oltre 20 anni del rifugio Pian dei Fiacconi, prima che la struttura sulla Marmolada venisse distrutta da una valanga, riferendosi alla tragedia della Marmolada ha sottolineato: “Nessuno se lo poteva aspettare ma è ormai da un paio di decenni che scienziati, climatologi, ambientalisti, uno fra tutti Luca Mercalli, annunciano che gli eventi catastrofici saranno sempre più frequenti”.
Anche Carlo Budel, il gestore del rifugio Capanna Punta Penia sulla Marmolada, ha chiesto di non strumentalizzare la vicenda. “Un evento del genere – ha dichiarato Budel a Il Dolomiti – era impossibile da prevedere. Ho semplicemente detto che sotto il ghiaccio si sentivano scorrere diversi torrenti, ma da qui a dire che si sapeva che il disastro sarebbe arrivato ne passa. A me sembra ci siano molte persone brave solamente a puntare il dito”.
Inoltre, la maggior parte degli esperti individua nei cambiamenti climatici i principali fattori all’origine del crollo verificatosi sulla Marmolada. Come spiegava a Il Dolomiti Giacomo Strapazzon: “C’è stata una combinazione di vari fattori, tra cui un inverno poco nevoso e temperature molto alte che si sono intensificate negli ultimi giorni. In futuro – aggiungeva il direttore dell’Istituto di medicina di emergenza in montagna – a causa dei cambiamenti climatici, la frequenza di questo tipo di eventi sarà sempre maggiore”.