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Per la presidenza si fa avanti il nome di Daldoss. Il Pd: ''Se questo è il rinnovamento...''
L'Upt caldeggerebbe la soluzione dell'assessore tecnico al posto di Ugo Rossi ma Giuliano Muzio smorza i toni. "Se il gioco è quello dei veti incrociati e del fuoco di fila contro Rossi meglio fare le primarie e vinca il migliore"

TRENTO. Nuova puntata della saga "Alla ricerca del candidato presidente". Nelle ultime ore spunta nuovamente l'ipotesi Carlo Daldoss, caldeggiata da un Upt che ormai ha perso le speranze sulla possibilità che il sindaco Valduga si degni di cedere un pochino e accettare di fare il leader di un fronte largo che comprenda anche il Pd.
Dopo le avances di Lorenzo Dellai e dell'ex senatore Giorgio Tonini, non sanno più che fare: passare armi e bagagli al di là del guado e dire addio al centrosinistra dentro cui è nata l'esperienza della Margherita prima e dell'Upt dopo è un passo che non tutti si sentono di fare.
Allora meglio rimanere nell'alveo della coalizione, ma non con Rossi. Dopo tutta sta caciara per la rigenerazione e per il rinnovamento qualcosa bisogna pur cambiare. Ed ecco che ritorna il nome dell'assessore tecnico voluto in giunta dallo stesso Rossi, fidato confidente che da tecnico è diventato anche politico con l'entrata nel gruppo delle Stelle Alpine.
Il rinnovamento sarebbe lui, che ha deciso all'ultimo di fare una sua lista perché all'interno degli autonomisti la battaglia delle preferenze è più che ardua e ha pensato di 'mettersi in proprio' riuscendo forse a raccattare i voti autonomisti e popolari (era infatti nell'Upt qualche anno fa).
Sarebbe un segno di discontinuità pur senza rotture. Un nome, a sentir loro, che potrebbe mettere d'accordo tutti: il Pd, perché in fondo è un Rossi-bis in sedicesimo, l'Upt perché sempre meglio di Rossi "l'arrogante", il Patt perché dicono che ormai cresce la fronda interna che non vuole più il governatore, e forse potrebbero starci pure quelli di sinistra, anche se non si sa perché dovrebbero.
"Faccio fatica a capire quale elemento di novità possa contenere la candidatura di Daldoss", smorza i toni il segretario del Pd Giuliano Muzio. "Fatico a capire il ragionamento che c'è dietro - spiega - perché se il ragionamento è quello di innovare non ha senso 'pescare' dalla Giunta".
A quel punto, potrebbero pensare quelli del Pd (ma non lo dicono), si potrebbe fare il nome anche di Alessandro Olivi oppure di Luca Zeni, perché no? "Mi sembra che il gioco sia il fuoco di fila sul governatore, oppure la formula dei veti incrociati. Così - osserva Muzio - si va poco lontani".
Sul fatto che la sinistra possa vedere in Daldoss il rinnovamento delle politiche del centrosinistra taglia corto: "Se davvero venissero a dirmelo mi cascherebbero le braccia. Capisco se mi propongono Paolo Ghezzi - afferma - quello ha un senso: se ne discuterebbe, al di là del fatto che sia d'accordo o meno con questo profilo. Ma non mi dicano che Daldoss rappresenta una novità".
Il Pd l'ha sempre detto: "O c'è un nome di forte discontinuità, di evidente novità, di profili fuori dai giochi, oppure non ha alcun senso". Questo è anche il mandato dato al segretario dall'assemblea. Alcuni nomi erano stati proposti, ma non c'era stata la condivisione.
"Adesso - chiude Muzio - se l'intenzione è sparare tutti contro Rossi e proporre nomi che non hanno nulla della rigenerazione tanto invocata si vada alle primarie e vinca il migliore".