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Coronavirus, Bassi: ''I dati Iss del Trentino: potete giocarli al lotto. L'Rt più basso e contemporaneamente l'incidenza tra le più alte d'Italia''
Il Trentino è rimasto zona gialla e l'Rt è calato, il dato più basso d'Italia, ma l'incidenza è sopra 200 per 100 mila abitanti. L'ex rettore: "Si continua imperterriti nella strategia di comunicazione ritardata dei dati. Chiunque può capire che le stime sono sballate"

TRENTO. "Il Trentino continua imperterrito nella sua strategia di comunicazione ritardata dei dati". Così Davide Bassi, l'ex rettore dell'università di Trento. "E per una strana interpretazione delle regole adottate dall'Istituto superiore di sanità emerge tra tutte le Regioni e Province autonome per un 'crollo' dei contagi. I dati dell'Iss possono essere giocati al lotto, non credo possano avere una qualche altra utilità".
Il Trentino è rimasto zona gialla e l'Rt è calato, il dato più basso d'Italia, ma l'incidenza è sopra 200 per 100 mila abitanti. Male Bolzano che in proporzione registra l’incremento di contagi più alto a livello nazionale. Sostanzialmente nell'ultimo report di monitoraggio quasi tutte le Regioni registrano una flessione nei contagi, escluso Molise, Umbria e Alto Adige (Qui articolo).
"Gli indicatori 3.1 e 3.4 (si riferiscono rispettivamente all'andamento dei contagi segnalati alla Protezione civile nazionale e all'Iss) valgono rispettivamente -65,4% e -72,4%. Coerentemente con questo crollo - aggiunge Bassi - il Trentino mostra l'indice Rt più basso d'Italia: solo 0,56. Pensate come rosicano i nostri vicini altoatesini. Eppure contemporaneamente l'Iss certifica che l'incidenza dei contagi questa settimana era pari a circa 202 casi per ogni 100.000 abitanti. Il dato è il terzo più alto a livello nazionale, dopo Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Inoltre la provincia si conferma come la Regione con il più alto valore dell'indicatore 3.8: l'occupazione di posti di terapia intensiva".

L'ex rettore analizza l'andamento della curva nelle ultime settimane: "Il Trentino - prosegue Bassi - ha continuato sfacciatamente a comunicare una parte sostanziale dei contagi con grande ritardo. Solo 1.100 dei 1.735 contagi segnalati questa settimana sono stati riportati come casi recenti: 260 positività sono state attribuite alla settimana precedente, facendo risultare che negli ultimi 14 giorni sono stati rilevati complessivamente 2.070 casi (1.100 questa settimana, 260 segnalati questa settimana come arretrati di competenza della settimana precedente e 710 segnalati la settimana scorsa). Per arrivare a 1.735 casi mancano ancora 375 infezioni che evidentemente erano ancora più vecchie".
Insomma, qualcosa sembra ancora a non tornare. In zona rossa nazionale per le festività di Natale e Capodanno, c'è stato un riallineamento nelle comunicazioni a Roma; ora però ci sono nuovamente alcune discordanze. Il tutto mentre a novembre si è registrata la querelle relativa ai risultati dei test antigenici (Qui articolo). "Fino a metà dicembre i dati coincidono, poi un po' meno e la differenza è sostanziale. I dati arrivati in ritardo non concorrono al calcolo dei 21 indicatori e quindi non incidono sulle valutazioni di rischio".

Nella capitale comunque non sarebbero stati irreprensibili. "I cali incredibili negli indicatori 3.1 e 3.4 non ci sarebbero stati senza il contributo creativo dei dirigenti Iss - evidenzia l'ex rettore - i quali hanno ritenuto di calcolare gli indicatori solo con i tamponi molecolari. La decisione è stata motivata dal fatto che ci troviamo in una zona di transizione iniziata il 15 gennaio scorso, quando finalmente si è iniziato a tenere conto anche dei positivi trovati con antigenici. La scelta ha favorito i territori che fanno un largo uso dei tamponi antigenici per individuare i sintomatici. Il Trentino è stato 'miracolato' ottenendo indicatori da zona bianca. E poi c'è qualcuno che dice che all'Iss non ci vogliono bene".
Nello stesso rapporto l'Iss sostiene che il Trentino ha l'indice Rt più basso d'Italia (0,56) e contemporaneamente certifica che la prevalenza settimanale in Trentino è la terza più alta, passando dai 131 casi a 202 casi per 100.000 abitanti. "In questo stesso periodo la media nazionale è scesa da 145 a 136 casi per 100.000 abitanti. Anche un asino capirebbe che le stime degli indicatori Iss del Trentino sono completamente sballate. Potremmo giocare questi numeri al lotto: provate con il terno 56-65-72 e buona fortuna", conclude Bassi.