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'Guerra dell'acqua' tra Veneto e Trentino Alto Adige, i Verdi: “Regioni governate dallo stesso colore politico, si metta da parte lo scontro e si lavori assieme"
Si rivolgono agli assessori delle Province di Trento e Bolzano e del Veneto le due esponenti di Europa Verde, affinché “lo scontro politico venga messo da parte a favore della stesura di una strategia comune nell’affrontare una questione che ci accompagnerà anche nei prossimi decenni”

TRENTO. “Le Province autonome e il Veneto lavorino insieme per garantire un futuro alle risorse idriche necessarie ai cittadini e all'agricoltura”. Sono queste in sintesi le parole delle esponenti di Europa Verde del Trentino (Lucia Coppola) e del Veneto (Cristina Guarda) in merito allo scontro nato tra Veneto e le due Province autonome sul tema dell'emergenza idrica. “Il cambiamento climatico - sottolineano le due - è in atto e la mancanza d'acqua dovrebbe farci riflettere sul suo utilizzo e sulle strategie che adottiamo per garantire i servizi minimi”.
Negli ultimi giorni infatti dal Veneto, dove la siccità sta minacciando l'irrigazione dei campi, era arrivata la richiesta di aprire gli invasi idrici del Trentino e dell'Alto Adige, arrivando ad aumentare di 20 metri cubi al secondo l'immissione d'acqua nei fiumi. “I nostri bacini – aveva spiegato però a il Dolomiti l'assessore provinciale Mario Tonina – in questo periodo stanno soffrendo enormemente, come quelli dell'Alto Adige”. Una sofferenza che si riversa poi anche nella produzione di energia elettrica e che ha portato Tonina a suggerire ai suoi “colleghi” delle altre Regioni di “investire nei sistemi di irrigazione e nei bacini di accumulo, come abbiamo fatto noi” (Qui Articolo).
“Ci si preoccupa molto delle forniture di gas – spiegano Guarda e Coppola – ma pochi si stanno interessando alla mancanza d'acqua e alla drammatica contrazione delle risorse idriche. La sofferenza idrica che stiamo vivendo è frutto del cambiamento climatico, ma anche della mancanza di una effettiva e efficace strategia. Si calcola che in Italia, rispetto a 50 anni fa, manchino all’appello ben 5 miliardi di metri cubi di acqua. Nel nostro Paese ci si limita spesso ad agire in tema di sicurezza idraulica con la realizzazione di sempre nuovi bacini di laminazione, ma carente è invece l’attenzione su opere utili a trattenere l’acqua quando c’è”.
In Veneto, dice Guarda: “Si riesce a trattenere solo il 5% dell'acqua piovana, una performance deludente se paragonata a quella di altre Regioni. Questo è il frutto di politiche a breve termine e poco efficaci, infatti si continua a progettare bacini anti-alluvione in pianura, mentre sarebbe più utile, come ho proposto più volte in Consiglio regionale, agire potenziando il sistema di bacini imbriferi rendendoli opere ambivalenti, da utilizzare sia per il contenimento quanto per il trattenimento d’acqua.”
Trentino Alto Adige e Veneto sono Regioni governate dallo stesso colore politico, precisa Coppola, ma “l'attuale situazione li pone in disaccordo. Ho presentato un'interrogazione in Consiglio provinciale a Trento per chiedere al presidente se intenda assecondare la richiesta di aprire gli invasi idrici e al contempo tutelare le esigenze idriche del Trentino”. Tra le cause che hanno contribuito a determinare la situazione attuale, conclude Guarda: “C'è l'eccessiva cementificazione che da anni caratterizza il Veneto. Oltre all'impatto che la mancanza d’acqua avrà nel nostro quotidiano, sull’agricoltura e sull’industria, temo le complicazioni che possiamo immaginare nella gestione degli incendi durante l’estate e i danni alla biodiversità. Per questo mi rivolgo agli assessori di Veneto, provincia di Trento e quella di Bolzano affinché lo scontro politico venga messo da parte a favore della stesura di una strategia comune nell’affrontare una questione che ci accompagnerà anche nei prossimi decenni”.