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Coronavirus, dopo il sesto caso in Trentino: ''Una dozzina di sanitari sono in quarantena''. Spinelli: ''Provvedimenti da crisi economica''
Dopo la sospensione delle lezioni in cinque istituti trentini per i casi di coronavirus legati al viaggio verso Assisi, il provvedimento del governo ora allarga la decisione a tutti gli istituti e all'università. Disposta la chiusura degli istituti e atenei d'Italia fino al 15 marzo

TRENTO. "Nostro malgrado le scuole domani saranno chiuse". Questa la conferma del presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, che aggiunge: "Siamo rammaricati per questa decisione anche perché nelle nostre scelte siamo sostenuti dal lavoro svolto dall'Azienda provinciale per i servizi sanitari. La convinzione era quella che si potesse provare ad andare avanti pur nella difficoltà oggettiva. Ora l'attenzione si sposta sul cercare di far capire che il primo punto è quello di una riapertura il prima possibile delle scuole. Capiamo la particolarità del momento non facile ma Roma avrebbe potuto gestire in modo più attento questa decisione, soprattutto in riferimento alle esigenze delle famiglie".
Dopo la sospensione delle lezioni in cinque istituti trentini per i casi di coronavirus legati al viaggio verso Assisi (Qui articolo), il provvedimento del governo ora allarga la decisione a tutti gli istituti e all'università (Qui articolo). "L'idea era quella di tenere aperto domani - prosegue il presidente - salvo presa di posizione diversa da parte del governo. E' stata disposta la chiusura fino al 15 marzo. Le scelte fatte da Roma negli ultimi provvedimenti denota un approccio centralista di voler governare una decisione su materia regionale".
Ma piazza Dante si adegua alle disposizioni del governo. "L'emergenza non rientra nell'ambito della Protezione civile, ma in questo caso come tutela salute pubblica. L'emergenza è considerata internazionale e quindi cessa la competenza primaria della Provincia. Non abbiamo le motivazioni per procedere all'apertura delle scuole e prendiamo atto della straordinarietà del momento e la volontà del governo di gestire e delineare una decisione univoca. Non vogliamo entrare nel merito di questa decisione e la Giunta provinciale non intende andare in contenzioso per ragioni di opportunità, istituzionale e diplomatica. Nostro malgrado ci adeguiamo a quanto dispone il governo, anche se riteniamo che in Trentino, anche la nostra parte scientifica ritiene che la situazione sia sostanzialmente sotto controllo".
Le scuole e università chiuse fino al 15 marzo. "Dobbiamo ancora ricevere il decreto - dice l'assessore Mirko Bisesti - abbiamo comunque recepito dal ministro che c'è la sospensione delle attività come nella settimana scorsa. Resta la messa a disposizione per quanto riguarda il personale Ata e di quello docente, ma aspettiamo di ricevere il testo da Roma".
Preoccupa l'economia. "Questa decisione - evidenzia l'assessore Achille Spinelli - accentuata il rallentamento dell'economia trentina e nazionale. Rilanciamo e condividiamo le istanze forti e allarmate delle categorie economiche, ma cercheremo di supportare il settore con provvedimenti anti-ciclici e anti-congiunturali pari a una crisi economica. Pensiamo a un ddl che possa attivare fin da subito i cantieri e gli affidamenti delle gare d'appalto, così come un sistema finanziario, una concessione di credito straordinario e altre sovvenzioni per le imprese colpite fortemente".
Oggi è arrivata la notizia di un sesto contagio in val di Non (Qui articolo). "Nella tarda mattina - spiega Paolo Bordon, direttore generale dell'Apss - siamo venuti a conoscenza di un esito positivo da coronavirus al reparto di medicina dell'ospedale di Cles. Si è presentato nel primo pomeriggio in modo autonomo e tosse molto accentuata. E' scattato il protocollo e il ricorso alla mascherina chirurgica. Dopo il triage è stato ricoverato per una polmonite batterica".
Il giorno dopo però le condizioni del 41enne si sono aggravate. "E' diventata una polmonite interstiziale e abbiamo seguito il protocollo come all'ospedale Santa Chiara di Trento. Dalle analisi - continua il direttore generale - sembra che non abbia contratto il virus all'interno della rete sociale e quindi dovrebbe essere di provenienza esterna, ma domani potremo essere più precisi. Le condizioni sono discrete e in questo momento è in atto il trasferimento al reparto malattie infettive al nosocomio del capoluogo. E' in corso una riunione con i dirigenti a Cles per indagare i percorsi fatti dal paziente all'interno della struttura e i contatti diretti per limitare un possibile rischio espositivo".
L'ospedale di Cles è in funzione. "Ci sono 10-12 operatori in quarantena - conclude Bordon - mentre un altro paziente è stato spostato. Numero di unità importanti per un reparto così piccolo. Procediamo con un richiamo in servizio e sospensione ferie per garantire l'attività. Il reparto è operativo, anche se oggi si sono ovviamente verificati alcuni rallentamenti".