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Sanità, accordo a Roma per il decreto Calabria. La Cisl medici: ''La Pat polemizza con noi, ma diamo un contributo decisivo: i formandi diventano da subito medici generali e guardie mediche''

E' stato firmato giovedì scorso, 5 settembre, a Roma l'accordo collettivo nazionale della medicina generale che recepisce, tra le tante novità, il decreto Calabria. Paoli: "Per la prima volta, un trentino firma il contratto nazionale del settore di medicina generale per la parte normativa e quella economica riguardante gli arretrati e gli aumenti retributivi"

Di Luca Andreazza - 09 settembre 2019 - 17:30

TRENTO. E' stato firmato giovedì scorso, 5 settembre, a Roma l'accordo collettivo nazionale della medicina generale che recepisce, tra le tante novità, il decreto Calabria. "Per la prima volta - commenta Nicola Paoli, segretario della Cisl medici - un trentino firma il contratto nazionale del settore di medicina generale per la parte normativa e quella economica riguardante gli arretrati e gli aumenti retributivi".

 

Il provvedimento che commissaria in toto la sanità calabrese, prevede anche diverse norme di interessa nazionale per la sanità: dal nuovo tetto di spesa per il personale del Servizio sanitario nazionale alla formazione, dall'apertura delle procedure concorsuali per l'accesso alla dirigenza ai medici in formazione specialistica e ai medici veterinari iscritti all'ultimo anno fino alla medicina generale e alla carenza di farmaci.

 

Questo accordo permette, tra l'altro, a tutti i medici che frequentano attualmente la Scuola di formazione specifica in medicina generale di Trento, di poter concorrere da subito a qualche posto in zone del Trentino carenti di medici di base e guardie mediche. Un piano che si applica fin da subito a una sessantina di formandi.

 

"Un accordo - aggiunge il segretario della Cisl medici - che permette ai nostri giovani 'formandi' di diventare in questo modo medici generali a tempo indeterminato ancor prima di finire il regolare corso di studi specialistici. Questo consente poi ai nostri cittadini e alle nostre valli di sentirsi meno abbandonati, soprattutto quando i professionisti attualmente in attività andranno in pensione".

 

Questa firma dovrebbe portare un po' sereno anche in provincia. "Il contratto - aggiunge il sindacato - porta così un doppio risultato. Si fronteggiano, infatti, le possibili uscite dal mondo del lavoro di diversi medici e si assicura quel necessario ricambio generazionale del settore".

 

Non manca una frecciata alla giunta provinciale. "Speriamo che oltre alle sterili polemiche della parte pubblica - conclude Paoli - di aver dato un contributo decisivo per il bene delle nostre periferie e risposte ai nostri giovani medici". 

 

Un comparto sanità in fermento. Ormai i casi di scontro tra la Cisl medici e la Provincia sono diversi, dal maxi ambulatorio di viale Verona a Trento (Qui articolo) alla mobilitazione dei medici di base dopo 40 anni di storia, il primo e unico sciopero era stato quello del 1978 (Qui articolo) e la querelle sul servizio di continuità assistenziale in Tesino e Ledro (Qui articolo). A questo si aggiungono anche la azioni di Nursing up tra petizione (Qui articolo) e la possibilità di una mobilitazione generale del settore in settembre (Qui articolo), così come le tensioni tra parti sociali e Pat a causa dello stallo nel contratto di settore. 

 

Questo mentre sul tavolo c'è l'ipotesi del taglio o razionalizzazione di 120 milioni di euro10 milioni di euro nel 2020, poi 20 nel 2021, 40 nel 2022 e infine 50 milioni di euro nel 2023, tutto contenuto nella lettera riservata inviata all'Apss dalla assessora Stefania Segnana, nella quale al direttore generale si chiede di strutturare un ''piano di efficientamento'' (Qui articolo).

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