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Dallo sci sopra i 2 mila metri al turismo di massa in quota, dagli impianti alla crisi climatica, le risposte dei candidati presidente alla Provincia di Trento

I candidati presidente (escluso il governatore uscente) hanno risposto a Il Dolomiti per delineare gli interventi e gli investimenti sul futuro del turismo tra crisi climatica, grandi opere funiviarie e stazioni sciistiche

Di Luca Andreazza, Giuseppe Fin e Sara Marcolla - 19 settembre 2023 - 06:01

TRENTO. Il centrosinistra con Francesco Valduga pensa a un modello che tenga conto del senso del limite sulle nostre montagne, senza però "demonizzare" un mercato che ha dato tanto al Trentino, mentre per Sergio Divina il territorio è una "cartolina" da continuare a valorizzare attraverso l'impegno e l'ascolto di chi vive la montagna. Il Movimento 5 stelle con Alex Marini punta forte sulla transizione ecologia e per Filippo Degasperi (Onda) lo sci è superato e stop alle seconde case. Attenzione a non trasformare "il Trentino nella Venezia delle nevi" per Marco RizzoDemocrazia sovrana popolare.

 

La crisi climatica e i suoi effetti sono sempre più tangibili con inverni sempre più miti e secchi. L'industria dello sci deve fare i conti con la scarsità delle precipitazioni naturali e molte stazioni sono a rischio. A sopperire alla mancanza di neve ci pensa l'innevamento programmato ma la montagna e le attività economiche sono chiamate a riflettere sul modello, ripensare le strategie per garantire la sostenibilità ambientale, ma anche quella economica e sociale.

 

Un modello, quello legato e strutturato in maniera forte ai caroselli sciistici, dato per assodato che però si scopre fragile e vulnerabile a una crisi dalle caratteristiche irreversibili. Un settore sostenuto dall'ente pubblico ma oggi è ancora sostenibile iniettare risorse per supportare un'economia matura che muove comunque milioni per realizzare nuovi impianti di risalita, potenziare la produzione di neve programmata e ampliare le piste? Quale idea di turismo? E le grandi opere di collegamento?

 

A rispondere a il Dolomiti i candidati presidente in corsa alle elezioni provinciali di domenica 22 ottobre: Francesco Valduga per la coalizione di centrosinistra (Qui intervista completa), Sergio Divina per Alternativa popolare (Qui intervista completa), Alex Marini del Movimento 5 stelle (Qui intervista completa), Filippo Degasperi di Onda (Qui intervista completa) e Marco Rizzo per Democrazia sovrana popolare (Qui intervista completa). Alcuni stralci di interviste più lunghe pubblicate in forma integrale ai vari collegamenti. Non siamo stati fortunati invece con l'attuale governatore uscente, le telefonate a Maurizio Fugatti alla guida del centrodestra sono cadute nel vuoto ma la linea resta sempre aperta nel caso volesse intervenire.

 

Tutti i candidati presidente parlano di qualità dell'importanza di puntare sulla qualità dell'offerta turistica e sulla destagionalizzazione. E nella capacità di trovare un equilibrio tra ambiente e urbanizzazione, un bilanciamento tra qualità della vita dei residenti e l'esperienza dell'ospite. Rinunciare a qualche numero ma senza depotenziare il settore e la redditività. Un tema toccato da Marini è quello degli alloggi, mentre Degasperi prende in esame anche la formazione degli operatori, le seconde case e un consumo del suolo ormai quasi irreparabile. A ogni modo si avverte la necessità, per i candidati presidenti, di pianificare una mobilità alternativa e di ragionare sul modello di sviluppo dei prossimi anni, se non decenni. Una riflessione giocoforza accelerata dalla crisi climatica.  

 

Più variegate le posizioni rispetto alle grandi opere a fune. "L'unica progettualità sul tavolo e da approfondire attualmente è la funivia Trento-Bondone", dice Valduga mentre Divina spiega che "è stanco di sentire solo parlare. C'è un progetto di massima e le risorse ci sono". Per Marini non c'è contrarietà "ma serve un coinvolgimento sostanziale e non formale. E non escluderei un referendum, come avviene per le decisioni importanti, un esempio sono l'Austria e la Svizzera".

 

Perplessità invece in casa centrosinistra e per Valduga sulla funivia Rovereto-Folgaria e quella Brentonico-Malcesine. Scetticismo anche per i pentastellati. Gli impianti a fune possono essere una soluzione per incentivare la mobilità alternativa ma stop alle grandi opere per Rizzo perché "danneggiano salute e ambiente, basta anche agli investimenti che guardano solo al profitto dell'impresa".

 

Spariglia le carte Degasperi: "L'unica opera fattibile e utile sarebbe la funivia Caldonazzo-Altipiani cimbriLa funivia Trento-Bondone è un progetto che viene usato per distogliere l'attenzione dal vero problema che è lo stato attuale della montagna di Trento, una montagna che negli anni ha perso l'appeal che aveva avuto nel passato e che oggi è abbandonata. Sulle funivie Rovereto-Folgaria e Brentonico-Malcesine stiamo parlando di nulla". L'unico candidato presidente che sembra favorevole al tunnel del Baldo è invece il leader di Alternativa popolare ("Potrebbe costare zero euro. L'Autostrada del Brennero sappiamo tutti che si deve guadagnare la concessione. Fondamentale, in queste senso, sono anche gli investimenti che si decidono di presentare. Ecco che uno di questi potrebbe proprio essere questo collegamento"), più possibilista anche sulle altre opere. Questi alcuni highlights in materia turismo dei candidati a guidare la Provincia di Trento per i prossimi cinque anni. 

 

QUI INTERVISTA COMPLETA A FRANCESCO VALDUGA

QUI INTERVISTA COMPLETA A SERGIO DIVINA
QUI INTERVISTA COMPLETA A FILIPPO DEGASPERI

QUI INTERVISTA COMPLETA A ALEX MARINI

QUI INTERVISTA COMPLETA A MARCO RIZZO

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