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Le Dolomiti Bellunesi a Sanremo anche con i soldi ''trentini'', Gottardi: ''Discutere dell'attualità di questi Fondi''. Padrin: ''Attività approvate da Comitato paritetico''
La polemica è legata all'iniziativa del Bellunese, presente a Casa Sanremo, anche con risorse attinte dal Fondo dei Comuni confinanti. L'assessore Gottardi: "Meccanismo da rivedere, soprattutto se si parla di Autonomia differenziata". Il presidente della Provincia di Belluno, Padrin: "Ci sono norme e criteri per l'utilizzo di queste risorse"

TRENTO. "Pur consapevole che la norma è nazionale, ribadisco la necessità di discutere dell'attualità di questi fondi in senso assoluto". A dirlo l'assessore Mattia Gottardi. "E' sempre più urgente e prioritario ridefinire i criteri di utilizzo di queste risorse". La polemica è legata all'iniziativa del Bellunese, presente a Casa Sanremo per promuovere e veicolare i prodotti del territorio e il tessuto economico ma anche le strade del Giro d'Italia e quei panorami protagonisti nella produzione dei film (Qui articolo).
Un piano strutturato nell'arco dei 7 giorni del Festival della canzone italiana messo in campo anche con le risorse del Fondo dei Comuni confinanti, un "tesoretto" al quale contribuiscono annualmente, e da legge, con 80 milioni il Trentino e l'Alto Adige; il Bellunese e gli altri territori poi possono disporre di queste risorse come ritengono più opportuno. Queste risorse sono a disposizione dei vicini nell'ambito dell'Accordo di Milano e del Patto di stabilità. Anni delle bordate all'autonomia e un periodo nel quale i territori di confine avevano iniziato a chiedere di poter trasferirsi in provincia di Trento e di Bolzano.
Così è stato definito un Fondo con una norma costituzionale che rientra nello Statuto trentino per calmare le acque e sopperire al gap infrastrutturale di 48 Comuni confinanti in Provincia di Belluno, Brescia, Vicenza e Sondrio. Un meccanismo inserito nella finanziaria del 2010 e chiarito nel 2014 per un intervento da 40 milioni dal Trentino e altrettanti dall'Alto Adige: ogni anno vengono distribuiti 500 mila euro in quota fissa più altri investimenti.
Insomma, il ricorso a questo fondo per promuovere le Dolomiti Bellunesi è legittimo e in accordo con le normative. Ma il Trentino storce il naso per un uso che può sembrare distorto di queste risorse. Soprattutto in questa fase di bilanci sempre più stretti e con il rischio di trovarsi nella contraddizione che i territori di confine possono avere a disposizione più soldi rispetto ai Comuni trentini (Qui articolo).
"Il Fondo è regolato da una norma nazionale - dice Gottardi - ma ci sono varie partite aperte e diverse trattative con lo Stato, come gettiti arretrati, saldi in ordine al patto di Milano e di Stabilità, e così via. Si rende sempre urgente e prioritario ridefinire i criteri di utilizzo di queste risorse".
Già negli scorsi mesi, si è ipotizzato di rivedere questo strumento (Qui articolo). Naturalmente i vicini hanno levato gli scudi a difesa del Fondo e anche il ministro Roberto Calderoli è apparso, almeno in una prima fase, piuttosto tiepido sull'intervenire in materia (Qui articolo). Ma il Trentino preme per una ridefinizione degli accordi e del meccanismo, soprattutto se dovesse prendere quota l'idea dell'Autonomia differenziata. Il ddl in questo è stato approvato dal governo Meloni negli scorsi giorni, ma il percorso è tutto in salita e l'iter si annuncia lungo e insidioso, difficile arrivare a questo traguardo, almeno in tempi rapidi.
"Parallelamente all’iter del ddl Autonomia differenziata, che significherebbe maggiore responsabilità e autogoverno per i territori coinvolti, si dovrà discutere dell’attualità di questo Fondo in senso assoluto", continua Gottardi. "E' evidente che maggiore Autonomia alle Regioni ordinarie dovrà tradursi anche in finanza locale e in priorità sugli investimenti sui Comuni confinanti in maniera diretta e non solo utilizzando questo meccanismo".
A intervenire per provare a gettare acqua sul fuoco è il presidente della Provincia di Belluno. "Non voglio fare polemiche - dice a Il Dolomiti Roberto Padrin - ma ci sono norme e criteri per l'utilizzo di queste risorse. E' tutto chiaro e regolamentato, tutto è condiviso attraverso il Comitato paritetico con sede a Trento e che vede la nostra partecipazione con quella di Trentino, Alto Adige e Lombardia".
Tutto viene discusso in anticipo. "Le scelte dei territori sono proposte, discusse e approvate dal Comitato paritetico che autorizza gli interventi, compresi quelli di marketing territoriale per promuovere le Dolomiti Bellunesi", conclude Padrin.