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Coronavirus, diffida collettiva degli sciatori a Dolomitisuperski: ''Abbiamo pagato in anticipo e non veniamo tutelati, ci scontano una giornata sulle piste il prossimo anno''
Il nodo del contendere sono i rimborsi degli skipass stagionali a seguito della chiusura forzata dell'inverno imposta dal governo nazionale quale misura per contenere la diffusione di Covid-19. L'avvocata Raffaella Pizzorno: "Le scuole erano chiuse e il Dolomitisuperski si è attivato con offerte super competitive. Una campagna che ha cambiato per sempre le vicende sanitarie e anagrafiche di intere comunità"

TRENTO. E' partita una diffida collettiva a Dolomitisuperski da parte di decine e decine di sciatori. Il nodo del contendere sono i rimborsi degli skipass stagionali a seguito della chiusura forzata dell'inverno imposta dal governo nazionale quale misura per contenere la diffusione di Covid-19. Una decisione scaturita dopo la serrata delle scuole ma soprattutto dopo le immagini di seggiovie piene e una grandissima affluenza nonostante limitazioni e regolamentazioni che avrebbero dovuto garantire distanze e procedure di sicurezza.
"Una vicenda - spiega l'avvocata Raffaella Pizzorno, residente in val di Fassa, che raccoglie le istanze di tantissimi sciatori - che purtroppo diventa di giorno in giorno scadente per la gestione della situazione. Dopo quasi tre mesi dal lockdown c'è solo la possibilità di poter usufruire di uno sconto del 10% per la stagione 2020/21, un'azione però vincolata al contestuale acquisto di un nuovo abbonamento. Un prossimo inverno condizionato da moltissimi dubbi sulle modalità di fruizione a causa di Covid-19, inoltre non è certa la disponibilità personale a sciare per motivi vari o eventuali eventi futuri ancora non pronosticabili".
Le premesse affondano le radici in quel week-end praticamente da sold out, quindi le indecisioni della componente politica e delle società impianti sul da farsi. Un altro fotogramma di quel fine settimana sono le seggiovie ferme in Lombardia e quelle attive in Trentino, Alto Adige e Veneto. Nonostante i numerosissimi appelli per chiedere di intervenire e bloccare le seggiovie, la sofferta decisione è arrivata la sera di lunedì 9 e stop fissato a mercoledì 11 marzo, quindi il ministro Francesco Boccia era intervenuto per decretare la serrata immediata (Qui articolo).
"La crescente emergenza sanitaria - dice l'avvocata - ha portato certamente a decisioni scomode e difficili per i governi. Non punto il dito contro quella macro-decisione, comunque tardiva, quanto alla scellerata reazione al Decreto del presidente del Consiglio dei ministri che ha chiuso le scuole".
E' il purtroppo celebre Dpcm che ha disposto la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado in Italia. E da quel momento è partita in molte aree una campagna marketing per cercare di portare i turisti nelle varie località sciistiche. Perfino il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, aveva pubblicato un invito a visitare il Trentino perché sicuro (Qui articolo).
"Le disdette dei clienti esteri - aggiunge Pizzorno - sono state copiose e il Dolomitisuperski contestualmente si è attivato con offerte super competitive per intercettare il maggior numero di turisti italiani con lo slogan 'Venite che gli impianti sono tutti aperti fino a fine stagione'. Una campagna che ha cambiato per sempre le vicende sanitarie e, purtroppo, anagrafiche di intere comunità".
E' noto che i maggiori tassi di contagio rispetto alla popolazione si siano registrati nelle aree a vocazione turistica, oltre alle case di riposo, per quanto riguarda il Trentino. Tra le zone più colpite proprio la val di Fassa che mostra un rapporto di prevalenza particolarmente importante (Qui articolo).
Gli skipass giornalieri sono stati rimborsati praticamente subito. Dopo le file alle seggiovie, si sono registrate quelle alle casse delle diverse società impianti per far valere il diritto al rimborso (Qui articolo). E' andata, per ora, diversamente con gli abbonamenti stagionali. "C'è grande delusione per la gestione e per la tutela di tanti residenti, come me, innamorati di questa terra. Fin da subito mi sono attivata per una soluzione bonaria della questione, nonostante l’inerzia mostrata con messaggi a carattere meramente dilatorio", commenta l'avvocata.
Una serie di richieste di aspettare nell'attesa di trovare una policy comune tra le società consorziate a Dolomitisuperski. "Il 19 maggio - prosegue Pizzorno - è arrivata la comunicazione tanto attesa: non è previsto alcun rimborso ma un voucher per acquistare uno stagionale a prezzo ridotto del 10%. Un importo risibile rispetto a quanto abbiamo rinunciato, l'agevolazione corrisponde a poco più di una giornata di sci. Gli abbonati dovrebbero, invece, essere tutelati a fronte della fedeltà: sono residenti che garantiscono in anticipo risorse importanti prima dell'avvio della stagione. Oltretutto spendiamo di più in modo continuo tra rifugi e locali nell'arco della stagione nel circuito del comprensorio rispetto ai clienti giornalieri. Non solo, tanti stagionali sono anche turisti stranieri innamorati delle Dolomiti, quindi non è un bel messaggio e si rischia una caduta per l'economia della regione".
E sono diversi gli sciatori che inizialmente si sono mossi individualmente ma che ora si sono affidati all'avvocata per risolvere la questione. "Sono tante le persone - conclude Pizzorno - che mi hanno contattata e che mi hanno conferito l'incarico per rappresentarli. E' già partita una diffida ma sono disponibile a integrarla nell'interesse di altri richiedenti. Questa decisione di Dolomitisuperski di procedere con un voucher è in contrasto con l'ultimo Dpcm che impone di rimborsare le giornate cancellate fino a fine stagione. La scelta della società non è quindi legittima. Poi la nostra richiesta è quella del risarcimento danno e di ristoro delle spese legali per la necessità di farsi tutelare da un professionista. L'intenzione è quella di percorrere tutte le vie che il sistema giuridico ci mette a disposizione per arrivare a una risoluzione di questa controversia".