Pontida, Fugatti acclamato per i suoi successi (VIDEO) ma in realtà sono disastri: dalla gestione Covid (con record di decessi) a Università in rosso e flop Olimpiadi a Pinè
Lo speaker a Pontida ha urlato il nome di Fugatti annunciandolo come l'uomo delle emergenze, della facoltà di medicina e delle Olimpiadi invernali: tre punti che in realtà sono tre fallimenti esemplari di questa amministrazione che lasciano al Trentino macerie e danni. Dai record di aumenti di decessi durante la fase Covid (con la scarsa trasparenza sui dati che venivano comunicati e la fretta di aprire anche un solo giorno prima delle altre regioni) ai conti in rosso per la prima volta nella storia dell'Ateneo per arrivare alla più importante opera olimpica persa per incapacità operativa
PONTIDA. ''Ha gestito al meglio le emergenze, ha realizzato la facoltà di medicina e ha portato le olimpiadi invernali del 2026''. E' stato salutato così il presidente del Trentino Maurizio Fugatti dallo speaker di Pontida con musica da Gladiatore in sottofondo e urla in stile ''Ballando con Le Stelle'' a scandire le parole. Quattro concetti che, ironia della sorte, sono il riassunto del disastro di questi cinque anni di governo Fugatti in Trentino. Un surrogato di disastri che non possono essere taciuti e se vengono inseriti come quel che di meglio è stato fatto lasciamo al lettore le scontate conclusioni sul resto dell'operato.
Partiamo dal ''ha gestito al meglio le emergenze'': la più importante è stata l'emergenza Covid, ovviamente. Il Trentino si è distinto in quegli anni soprattutto per scarsa trasparenza nel comunicare i dati, nel tentativo di aggirare le norme per aprire uno o due giorni prima attività e locali (con svariati braccio di ferro, quasi sempre persi, con il governo nazionale) e soprattutto con dei tristi primati. Dopo la prima ondata (quella cominciata con i rappresentanti di governo, da Fugatti a Failoni, che negavano ogni rischio e invitavano i turisti a venire in Trentino) il Trentino è il secondo territorio in Italia (dopo la Lombardia) che ha avuto il maggior aumento dei decessi rispetto agli anni precedenti: +53,1% la Provincia di Trento e +111,8% la Lombardia; la media italiana fu del 31,7%. Con la seconda ondata (quella dove si è fatto di tutto per riaprire il prima possibile e anticipare i decreti nazionali di uno, due, tre giorni che venivano venduti all'epoca come conquiste epocali, il tutto comunicando dati che non tornavano rispetto ai criteri usati nel resto d'Italia, di positivi) il Trentino ha anche superato la Lombardia diventando il peggior territorio italiano per aumento di decessi: nel trimestre ottobre-dicembre il Trentino segna +65,4% di decessi rispetto ai 5 anni precedenti con la Lombardia scesa al +37,1% e una media italiana del +32,3%.
Dati che se traslati su quelli europei pongono la Provincia di Trento al 4° posto in Europa come peggior territorio per aumento di decessi in tutto il 2020. Peggio hanno fatto solo dopo la regione di Madrid (+44%), la Lombardia (+39%) e la Castiglia-La Mancia (+34%). Insomma la ''gestione dell'emergenza'' è stata drammatica per ragioni prettamente politiche di scelte fatte dal Governatore Fugatti all'epoca. Si ricorderanno gli articoli sui conteggi ''sbilenchi'' di positivi delle prime due ondate (QUI ARTICOLO) e sulle comunicazioni che venivano date al pubblico non in linea con la realtà dei fatti (QUI ARTICOLO).
Poi c'è la questione ''ha realizzato la facoltà di medicina''. Questo è vero. La Giunta Fugatti basandosi su un infantile meccanismo di soluzione al problema ha deciso di affrontare il tema della mancanza di medici facciamocendoceli da soli. Sconsigliata in lungo e in largo (il problema non sono mai stati i laureati ma l'imbuto che si crea dopo con la formazione) ha perso pure la sua ''battaglia'' con il rettore dell'epoca che riuscì, per fortuna, a legare l'Università di Trento all'ateneo di Verona e non a quello di Padova come voleva Fugatti. La facoltà di Medicina, però, è stata fatta e gli va dato atto di questo. Il problema è che è riuscito anche ad avere per la prima volta nella storia del Trentino un'università con i conti in rosso. Non era mai accaduto (va sottolineato che l'Università di Trento da Statuto dipende di fatto dalla Provincia che ha ottenuto la delega dallo Stato). Ma con Fugatti (e con medicina, visto che come il Dolomiti lo scrivevamo ancora nel 2019 che gli atenei che devono sostenere il ''peso'' spesso finiscono in roso) si è arrivati al primato di avere l'Università con bilancio in rosso.
''Ha portato le olimpiadi invernali del 2026''. Anche qui c'è da ridere per non piangere. Fugatti è stato eletto il 22 ottobre 2018. La ''partita'' olimpica è partita prima, addirittura a marzo del 2018 veniva messo nero su bianco che ''Rossi e Kompatscher hanno confermato l’interesse e la disponibilità di Alto Adige e Trentino a mettere a disposizione impianti e strutture esistenti sui propri territori per ospitare l’evento: anche l’utilizzabilità delle risorse disponibili dovrà trovare compiuta valutazione nel dossier che accompagnerà la candidatura''. E il 1 ottobre 2018 il governatore della regione Lombardia Fontana scriveva su Twitter: ''Il Coni ha ufficializzato che la candidatura italiana per i giochi olimpici invernali 2026 sarà quella di Milano-Cortina. Sono soddisfatto per questa scelta, che va nella direzione che mi auguravo. Ora al lavoro!''. Insomma non è stata certo un'idea di Fugatti. Quel che Fugatti è riuscito senza dubbio ad ottenere è stato di perdere il più importante investimento per le olimpiadi del 2026 sul territorio trentino: l'Ice Rink di Piné. Promesso in pompa magna proprio dal presidente all'Altopiano, per un investimento iniziale di 55 milioni di euro (poi lievitati a 70/75), alla fine è stata, al momento, l'unica opera saltata di tutto il progetto dei Giochi italiani. Un primato, anche questo, clamoroso che venne commentato dall'allora presidente della Federghiaccio del Trentino con queste parole: "C'è un'amarezza profonda, c'è stata un'enorme presa in giro dagli organici politici e sportivi. Una colossale sconfitta per il territorio, per la provincia e, soprattutto, per il mondo del volontariato".